Karin segnala i seguenti collegamenti, interessanti per chi voglia curiosare sulla rete in cerca di informazioni ulteriori sul buddismo.
www.centroyogadalmine.it/updown/13.pdf
http://it.wikipedia.org/Buddhismo
(enciclopedia online, creata dagli stessi utenti di internet)
www.riflessioni.it/enciclopedia/buddhism.htm
(introduzione al buddismo)
www.gpling.org/buddismo.htm
(testi della tradizione buddista).
Ricordo che la prossima settimana si concluderà il lavoor realtivo all'area di progetto.
Invito tutti a completare i propri interventi sul Blog MappeMentali.
mercoledì 22 marzo 2006
mercoledì 15 marzo 2006
Le "soluzioni" delle strisce ZEN
Le "soluzioni" delle strisce ZEN sono le seguenti.
IL BUDDHA E' IN CASA
Dice il saggio...
"Un pensiero sano all'interno della mente può aiutarci ad abbandonare il guscio del nostro io inferiore e, come il gracidio di una rana, può provocare una improvvisa illuminazione".
INDICANDO LA LUNA
Dice il saggio ...
Il linguaggio è semplicemente uno strumento per indicare la verità, un mezzo per aiutarci a raggiungere l'illuminazione. Scambiare le parole con la verità è ridicolo quasi quanto confondere un dito con la luna.
LE PORTE DEL CIELO
Dice il saggio...
Il cielo e l'inferno non sono luoghi che appaiono improvvisamente dopola morte. Esistono qui ed orra. AL bene e al male basta un solo istante di pensiero, e le porte del cielo e dell'inferno sono pronte ad aprirsi per noi in ogni momento.
FAR ATTRAVERSARE IL FIUME A UNA DONNA
Dice il saggio...
Tanzan portò una persona attraverso il fiume, ma la sua mente non stava trasportando una donna. Era completamente distaccato e non nutriva apprensioni.
Chi stava veramente portando una donna sembra essere stato il monaco più giovane, non credete?
IL BUDDHA E' IN CASA
Dice il saggio...
"Un pensiero sano all'interno della mente può aiutarci ad abbandonare il guscio del nostro io inferiore e, come il gracidio di una rana, può provocare una improvvisa illuminazione".
INDICANDO LA LUNA
Dice il saggio ...
Il linguaggio è semplicemente uno strumento per indicare la verità, un mezzo per aiutarci a raggiungere l'illuminazione. Scambiare le parole con la verità è ridicolo quasi quanto confondere un dito con la luna.
LE PORTE DEL CIELO
Dice il saggio...
Il cielo e l'inferno non sono luoghi che appaiono improvvisamente dopola morte. Esistono qui ed orra. AL bene e al male basta un solo istante di pensiero, e le porte del cielo e dell'inferno sono pronte ad aprirsi per noi in ogni momento.
FAR ATTRAVERSARE IL FIUME A UNA DONNA
Dice il saggio...
Tanzan portò una persona attraverso il fiume, ma la sua mente non stava trasportando una donna. Era completamente distaccato e non nutriva apprensioni.
Chi stava veramente portando una donna sembra essere stato il monaco più giovane, non credete?
martedì 7 marzo 2006
Aiutare gli altri: visualizzazione
Invito alla meditazione
Ora metti da parte le tue riflessioni e diventa per un momento un discepolo buddista. La tua mente è offuscata dai tuoi ragionamenti ingannevoli. Devi cambiare te stesso prima di ragionare.
Ecco l’invito alla meditazione che la tradizione buddista tibetana ti propone.
(v. testo fotocopiato)
Ora metti da parte le tue riflessioni e diventa per un momento un discepolo buddista. La tua mente è offuscata dai tuoi ragionamenti ingannevoli. Devi cambiare te stesso prima di ragionare.
Ecco l’invito alla meditazione che la tradizione buddista tibetana ti propone.
(v. testo fotocopiato)
2. Aiutare gli altri
L’etica della liberazione individuale
2. Aiutare gli altri
Nodi concettuali
Le circostanze difficili sono un valore, in quanto ci offrono occasioni preziose per praticare la pazienza, la tolleranza e la compassione.
Shantideva (yogi indiano) insegna la pratica di equipararsi agli altri e sostituirsi con loro (anziché porre al centro noi stessi e i nostri bisogni) e ciò è fondamentale per interiorizzare l’idea (giusta) che tutti, non solo noi, hanno diritto alla felicità
Poiché io sono uno e gli altri sono molti, è giusto anteporre la felicità altrui alla nostra.
Esiste anche una ragione pragmatica per adottare volontariamente un atteggiamento altruistico: si ottengono maggiori risultati rispettando gli altri (saggio egoismo!), piuttosto che pensando solo a noi stessi.
Esamina le pagine del Dalai Lama e le citazioni di Shantideva
Fotocopia n.1
Discussione:
- le circostanze difficili sono un valore?
- equipararsi agli altri (Shantideva) è un comportamento saggio? Perché (sì o no)?
- equipararsi agli altri (Dalai Lama) è un comportamento saggiamente egoista? Perché (sì o no)?
X La violenza
Come te, tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza, tutti temono la morte. Rispecchiandoti negli altri, non uccidere e non ferire.
Come te, tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza, tutti amano la vita. Rispecchiandoti negli altri, non uccidere e non ferire.
Chi cerca la propria felicità ferendo altri esseri che come lui cercano la felicità non sarà mai felice.
Non ferire chi come te cerca la felicità,
se vuoi essere felice.
2. Aiutare gli altri
Nodi concettuali
Le circostanze difficili sono un valore, in quanto ci offrono occasioni preziose per praticare la pazienza, la tolleranza e la compassione.
Shantideva (yogi indiano) insegna la pratica di equipararsi agli altri e sostituirsi con loro (anziché porre al centro noi stessi e i nostri bisogni) e ciò è fondamentale per interiorizzare l’idea (giusta) che tutti, non solo noi, hanno diritto alla felicità
Poiché io sono uno e gli altri sono molti, è giusto anteporre la felicità altrui alla nostra.
Esiste anche una ragione pragmatica per adottare volontariamente un atteggiamento altruistico: si ottengono maggiori risultati rispettando gli altri (saggio egoismo!), piuttosto che pensando solo a noi stessi.
Esamina le pagine del Dalai Lama e le citazioni di Shantideva
Fotocopia n.1
Discussione:
- le circostanze difficili sono un valore?
- equipararsi agli altri (Shantideva) è un comportamento saggio? Perché (sì o no)?
- equipararsi agli altri (Dalai Lama) è un comportamento saggiamente egoista? Perché (sì o no)?
X La violenza
Come te, tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza, tutti temono la morte. Rispecchiandoti negli altri, non uccidere e non ferire.
Come te, tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza, tutti amano la vita. Rispecchiandoti negli altri, non uccidere e non ferire.
Chi cerca la propria felicità ferendo altri esseri che come lui cercano la felicità non sarà mai felice.
Non ferire chi come te cerca la felicità,
se vuoi essere felice.
1. Astenersi dal compiere il male
L’etica della liberazione individuale
1. Astenersi dal compiere il male
Nella lezione sull’etica della liberazione individuale (1 -“Astenersi dal compiere il male”) sono emerse alcune tesi “forti” della visione morale buddista.
Nel commentare il testo del Dalai Lama, propongo due domande su cui intervenire esprimendo le proprie impressioni e opinioni:
il male si radica in noi stessi? E il bene?
La felicità (beatitudine) sta nella realizzazione di se stessi o piuttosto nello svuotamento di sé (nirvana)?
Mi sembrano interrogativi stimolanti: che ne dite?
Un testo della tradizione buddista
IL MALE
Affrettati a fare il bene. Astieniti dal male. Se trascuri di coltivare il bene, il male infesta la tua mente.
Se ti capita di fare del male, non ripeterlo, non lasciare che metta radici in te, onde non incorrere nella sofferenza.
Se ti capita di far del bene, ripetilo, lascia che metta radici in te e ti riempia di gioia.
Anche chi ha fatto del male può gioire
finché le conseguenze del male fatto non sono maturate.
E anche chi ha fatto del bene può soffrire
finché il bene, che ha fatto non dà i suoi frutti.
Non prendere alla leggera il male che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d’acqua che cade goccia a goccia.
Non prendere alla leggera il bene che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d’acqua che cade goccia a goccia.
Come un ricco mercante che viaggia senza scorta evita un cammino pericoloso, come chi ama la vita evita un veleno, così evita il male.
Ma una mano senza ferite può maneggiare veleni senza danno. Così il male non tocca l’innocente.
Il male fatto a un innocente è come polvere gettata controvento. Esso si ritorce contro chi lo fa.
Alcuni rinascono in questo mondo, altri all’inferno, altri ancora in paradiso. Ma coloro che sono senza macchia entrano nel nirvana.
In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottratti alle conseguenze del male che hai fatto.
In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottrarti al dominio della morte.
mercoledì 1 marzo 2006
la prima (nobile) verita': LA SOFFERENZA
MESSAGGIO 28/02/20061.
LA REALTA’ DELLA SOFFERENZAInvito alla discussione.Nel testo recentemente esaminato in classe abbiamo potuto esaminare quanti e quali tipi di sofferenza affliggono, secondo i buddisti, l’esistenza umana.Si tratta di una visione realistica o ritieni che si tratti di una prospettiva eccessivamente cupa e pessimistica? È proprio questa la condizione umana?Intervieni e spiega le tue ragioni, senza dimenticare di esaminare le opinioni già espresse da altri.Se lo desideri puoi commentare anche altri commenti.
2. ACCETTARE IL DOLORE – FARSI CARICO DELLE SOFFERENZE ALTRUI - NON PERDERE LA SPERANZA (Dalai Lama, op.cit. pp. 30-1)
E’ importante ridurre gli stati incontrollati della mente, ma ancora di più affrontare le avversità con un atteggiamento positivo. Ricorda che far fronte ai problemi con ottimismo e speranza permette di l’insorgere di problemi ancor più gravi. Immagina inoltre che in questo modo puoi alleviare il peso di tutti coloro che sono afflitti da problemi simili. Tale pratica — immaginare che, accettando il dolore, si riduce il karma negativo di tutti coloro che sono destinati a provare un dolore simile — è estrema mente utile. A volte, quando sono malato, mi dedico alla pratica di farmi carico delle sofferenze di altri offrendo loro il mio potenziale di felicità; ciò fornisce alla mente una buona dose di sollievo.Tutti i giorni di prima mattina, e ogni volta che trovo il tempo, mi dedico a questa pratica in termini generali prendendo in considerazione tutti gli esseri viventi. Mi concentro tuttavia su alcuni individui in particolare, come capi e funzionari cinesi alle prese con la decisione se torturare ouccidere cittadini tibetani. Li visualizzo e trasferisco su di me la loro ignoranza, i loro pregiudizi, il loro odio e il loro orgoglio. Sento che, grazie all’addestramento da me seguito, i loro atteggiamenti negativi non avrebbero alcun influsso sul mio comportamento né riuscirebbero a trasformarmi in una persona negativa. Assumere su di me le loro negatività non è dunque difficile e serve a ridurre i loro problemi. Mi dedico a questa pratica con tale convinzione che se nel corso della giornata vengo a sapere di atrocità da loro commesse, sebbene provi in parte irritazione e rabbia, la mia mente nella sua totalità è ancora sotto l’influsso della pratica mattutina; l’intensità dell’odio si riduce al punto da perdere ogni fondamento.Non so se questa meditazione aiuti o meno quei funzionari, comunque a me dà la pace mentale. Riesco così a essere più efficiente; il beneficio che ne traggo è immenso. Non bisogna perdere la speranza in nessuna occasione. La disperazione porta sempre al fallimento. Ricordati che qualsiasi problema è superabile. Mantieni la calma anche quando intorno a te non vedi che confusione e complicazioni; se la tua mente è in pace, l’ambiente esterno avrà un influsso minimo su di te. Se invece la tua mente lascia spazio alla rabbia, la serenità ti sfuggirà anche quando il mondo è in pace e piacevole.Invito alla discussione.Fin qui il testo di Sua Santità il Dalai Lama Gyatso Tenzin. Vi propongo alcune questioni cruciali su cui intervenire.è davvero così importante, nella vita, un atteggiamento positivo? Ed esso consiste proprio nel “sapere accettare il dolore”, come propone il buddismo?
3. FARSI CARICO ...Invito alla meditazione...
Hai mai provato l’esperienza del “farsi carico del dolore altrui”? In un momento di tranquillità e solitudine prova a porti in questo atteggiamento, pensando a situazioni e persone con cui sei in rapporto e che provocano sofferenza e dolore agli altri, pensa al dolore subito e alla superficialità, all’ignoranza e all’insensibilità di chi lo ha provocato: si modifica qualcosa in te? Ti sembra di acquisire una visone diversa della situazione?
MESSAGGIO 28/02/20061.
LA REALTA’ DELLA SOFFERENZAInvito alla discussione.Nel testo recentemente esaminato in classe abbiamo potuto esaminare quanti e quali tipi di sofferenza affliggono, secondo i buddisti, l’esistenza umana.Si tratta di una visione realistica o ritieni che si tratti di una prospettiva eccessivamente cupa e pessimistica? È proprio questa la condizione umana?Intervieni e spiega le tue ragioni, senza dimenticare di esaminare le opinioni già espresse da altri.Se lo desideri puoi commentare anche altri commenti.
2. ACCETTARE IL DOLORE – FARSI CARICO DELLE SOFFERENZE ALTRUI - NON PERDERE LA SPERANZA (Dalai Lama, op.cit. pp. 30-1)
E’ importante ridurre gli stati incontrollati della mente, ma ancora di più affrontare le avversità con un atteggiamento positivo. Ricorda che far fronte ai problemi con ottimismo e speranza permette di l’insorgere di problemi ancor più gravi. Immagina inoltre che in questo modo puoi alleviare il peso di tutti coloro che sono afflitti da problemi simili. Tale pratica — immaginare che, accettando il dolore, si riduce il karma negativo di tutti coloro che sono destinati a provare un dolore simile — è estrema mente utile. A volte, quando sono malato, mi dedico alla pratica di farmi carico delle sofferenze di altri offrendo loro il mio potenziale di felicità; ciò fornisce alla mente una buona dose di sollievo.Tutti i giorni di prima mattina, e ogni volta che trovo il tempo, mi dedico a questa pratica in termini generali prendendo in considerazione tutti gli esseri viventi. Mi concentro tuttavia su alcuni individui in particolare, come capi e funzionari cinesi alle prese con la decisione se torturare ouccidere cittadini tibetani. Li visualizzo e trasferisco su di me la loro ignoranza, i loro pregiudizi, il loro odio e il loro orgoglio. Sento che, grazie all’addestramento da me seguito, i loro atteggiamenti negativi non avrebbero alcun influsso sul mio comportamento né riuscirebbero a trasformarmi in una persona negativa. Assumere su di me le loro negatività non è dunque difficile e serve a ridurre i loro problemi. Mi dedico a questa pratica con tale convinzione che se nel corso della giornata vengo a sapere di atrocità da loro commesse, sebbene provi in parte irritazione e rabbia, la mia mente nella sua totalità è ancora sotto l’influsso della pratica mattutina; l’intensità dell’odio si riduce al punto da perdere ogni fondamento.Non so se questa meditazione aiuti o meno quei funzionari, comunque a me dà la pace mentale. Riesco così a essere più efficiente; il beneficio che ne traggo è immenso. Non bisogna perdere la speranza in nessuna occasione. La disperazione porta sempre al fallimento. Ricordati che qualsiasi problema è superabile. Mantieni la calma anche quando intorno a te non vedi che confusione e complicazioni; se la tua mente è in pace, l’ambiente esterno avrà un influsso minimo su di te. Se invece la tua mente lascia spazio alla rabbia, la serenità ti sfuggirà anche quando il mondo è in pace e piacevole.Invito alla discussione.Fin qui il testo di Sua Santità il Dalai Lama Gyatso Tenzin. Vi propongo alcune questioni cruciali su cui intervenire.è davvero così importante, nella vita, un atteggiamento positivo? Ed esso consiste proprio nel “sapere accettare il dolore”, come propone il buddismo?
3. FARSI CARICO ...Invito alla meditazione...
Hai mai provato l’esperienza del “farsi carico del dolore altrui”? In un momento di tranquillità e solitudine prova a porti in questo atteggiamento, pensando a situazioni e persone con cui sei in rapporto e che provocano sofferenza e dolore agli altri, pensa al dolore subito e alla superficialità, all’ignoranza e all’insensibilità di chi lo ha provocato: si modifica qualcosa in te? Ti sembra di acquisire una visone diversa della situazione?
martedì 28 febbraio 2006
la prima (nobile) verita': LA SOFFERENZA
MESSAGGIO 28/02/2006
1. LA REALTA’ DELLA SOFFERENZA
Invito alla discussione.
Nel testo recentemente esaminato in classe abbiamo potuto esaminare quanti e quali tipi di sofferenza affliggono, secondo i buddisti, l’esistenza umana.
Si tratta di una visione realistica o ritieni che si tratti di una prospettiva eccessivamente cupa e pessimistica? È proprio questa la condizione umana?
Intervieni e spiega le tue ragioni, senza dimenticare di esaminare le opinioni già espresse da altri.
Se lo desideri puoi commentare anche altri commenti.
2. ACCETTARE IL DOLORE – FARSI CARICO DELLE SOFFERENZE ALTRUI - NON PERDERE LA SPERANZA (Dalai Lama, op.cit. pp. 30-1)
E’ importante ridurre gli stati incontrollati della mente, ma ancora di più affrontare le avversità con un atteggiamento positivo. Ricorda che far fronte ai problemi con ottimismo e speranza permette di l’insorgere di problemi ancor più gravi. Immagina inoltre che in questo modo puoi alleviare il peso di tutti coloro che sono afflitti da problemi simili. Tale pratica — immaginare che, accettando il dolore, si riduce il karma negativo di tutti coloro che sono destinati a provare un dolore simile — è estrema mente utile. A volte, quando sono malato, mi dedico alla pratica di farmi carico delle sofferenze di altri offrendo loro il mio potenziale di felicità; ciò fornisce alla mente una buona dose di sollievo.
Tutti i giorni di prima mattina, e ogni volta che trovo il tempo, mi dedico a questa pratica in termini generali prendendo in considerazione tutti gli esseri viventi. Mi concentro tuttavia su alcuni individui in particolare, come capi e funzionari cinesi alle prese con la decisione se torturare o
uccidere cittadini tibetani. Li visualizzo e trasferisco su di me la loro ignoranza, i loro pregiudizi, il loro odio e il loro orgoglio. Sento che, grazie all’addestramento da me seguito, i loro atteggiamenti negativi non avrebbero alcun influsso sul mio comportamento né riuscirebbero a trasformarmi in una persona negativa. Assumere su di me le loro negatività non è dunque difficile e serve a ridurre i loro problemi. Mi dedico a questa pratica con tale convinzione che se nel corso della giornata vengo a sapere di atrocità da loro commesse, sebbene provi in parte irritazione e rabbia, la mia mente nella sua totalità è ancora sotto l’influsso della pratica mattutina; l’intensità dell’odio si riduce al punto da perdere ogni fondamento.
Non so se questa meditazione aiuti o meno quei funzionari, comunque a me dà la pace mentale. Riesco così a essere più efficiente; il beneficio che ne traggo è immenso. Non bisogna perdere la speranza in nessuna occasione. La disperazione porta sempre al fallimento. Ricordati che qualsiasi problema è superabile. Mantieni la calma anche quando intorno a te non vedi che confusione e complicazioni; se la tua mente è in pace, l’ambiente esterno avrà un influsso minimo su di te. Se invece la tua mente lascia spazio alla rabbia, la serenità ti sfuggirà anche quando il mondo è in pace e piacevole.
Invito alla discussione.
Fin qui il testo di Sua Santità il Dalai Lama Gyatso Tenzin. Vi propongo alcune questioni cruciali su cui intervenire.
è davvero così importante, nella vita, un atteggiamento positivo? Ed esso consiste proprio nel “sapere accettare il dolore”, come propone il buddismo?
3. FARSI CARICO ...
Invito alla meditazione...
Hai mai provato l’esperienza del “farsi carico del dolore altrui”? In un momento di tranquillità e solitudine prova a porti in questo atteggiamento, pensando a situazioni e persone con cui sei in rapporto e che provocano sofferenza e dolore agli altri, pensa al dolore subito e alla superficialità, all’ignoranza e all’insensibilità di chi lo ha provocato: si modifica qualcosa in te? Ti sembra di acquisire una visone diversa della situazione?
4. BUDDHA STRIPS: invito alla discussione
Ecco due new entry, per i vostri commenti. Bye bye.


1. LA REALTA’ DELLA SOFFERENZA
Invito alla discussione.
Nel testo recentemente esaminato in classe abbiamo potuto esaminare quanti e quali tipi di sofferenza affliggono, secondo i buddisti, l’esistenza umana.
Si tratta di una visione realistica o ritieni che si tratti di una prospettiva eccessivamente cupa e pessimistica? È proprio questa la condizione umana?
Intervieni e spiega le tue ragioni, senza dimenticare di esaminare le opinioni già espresse da altri.
Se lo desideri puoi commentare anche altri commenti.
2. ACCETTARE IL DOLORE – FARSI CARICO DELLE SOFFERENZE ALTRUI - NON PERDERE LA SPERANZA (Dalai Lama, op.cit. pp. 30-1)
E’ importante ridurre gli stati incontrollati della mente, ma ancora di più affrontare le avversità con un atteggiamento positivo. Ricorda che far fronte ai problemi con ottimismo e speranza permette di l’insorgere di problemi ancor più gravi. Immagina inoltre che in questo modo puoi alleviare il peso di tutti coloro che sono afflitti da problemi simili. Tale pratica — immaginare che, accettando il dolore, si riduce il karma negativo di tutti coloro che sono destinati a provare un dolore simile — è estrema mente utile. A volte, quando sono malato, mi dedico alla pratica di farmi carico delle sofferenze di altri offrendo loro il mio potenziale di felicità; ciò fornisce alla mente una buona dose di sollievo.
Tutti i giorni di prima mattina, e ogni volta che trovo il tempo, mi dedico a questa pratica in termini generali prendendo in considerazione tutti gli esseri viventi. Mi concentro tuttavia su alcuni individui in particolare, come capi e funzionari cinesi alle prese con la decisione se torturare o
uccidere cittadini tibetani. Li visualizzo e trasferisco su di me la loro ignoranza, i loro pregiudizi, il loro odio e il loro orgoglio. Sento che, grazie all’addestramento da me seguito, i loro atteggiamenti negativi non avrebbero alcun influsso sul mio comportamento né riuscirebbero a trasformarmi in una persona negativa. Assumere su di me le loro negatività non è dunque difficile e serve a ridurre i loro problemi. Mi dedico a questa pratica con tale convinzione che se nel corso della giornata vengo a sapere di atrocità da loro commesse, sebbene provi in parte irritazione e rabbia, la mia mente nella sua totalità è ancora sotto l’influsso della pratica mattutina; l’intensità dell’odio si riduce al punto da perdere ogni fondamento.
Non so se questa meditazione aiuti o meno quei funzionari, comunque a me dà la pace mentale. Riesco così a essere più efficiente; il beneficio che ne traggo è immenso. Non bisogna perdere la speranza in nessuna occasione. La disperazione porta sempre al fallimento. Ricordati che qualsiasi problema è superabile. Mantieni la calma anche quando intorno a te non vedi che confusione e complicazioni; se la tua mente è in pace, l’ambiente esterno avrà un influsso minimo su di te. Se invece la tua mente lascia spazio alla rabbia, la serenità ti sfuggirà anche quando il mondo è in pace e piacevole.
Invito alla discussione.
Fin qui il testo di Sua Santità il Dalai Lama Gyatso Tenzin. Vi propongo alcune questioni cruciali su cui intervenire.
è davvero così importante, nella vita, un atteggiamento positivo? Ed esso consiste proprio nel “sapere accettare il dolore”, come propone il buddismo?
3. FARSI CARICO ...
Invito alla meditazione...
Hai mai provato l’esperienza del “farsi carico del dolore altrui”? In un momento di tranquillità e solitudine prova a porti in questo atteggiamento, pensando a situazioni e persone con cui sei in rapporto e che provocano sofferenza e dolore agli altri, pensa al dolore subito e alla superficialità, all’ignoranza e all’insensibilità di chi lo ha provocato: si modifica qualcosa in te? Ti sembra di acquisire una visone diversa della situazione?
4. BUDDHA STRIPS: invito alla discussione
Ecco due new entry, per i vostri commenti. Bye bye.


martedì 21 febbraio 2006
Il bisogno di pace e gentilezza
Invito alla discussione. La visione esistenziale proposta dal Dalai Lama è provocatoria e radicale. Non si tratta di un ripiegamento nella dimensione privata, rinunciando ai problemi del mondo. È la proposta di una “rivoluzione” sociale e politica, che può realizzarsi solo a partire da una trasformazione interiore.
Queste convinzioni sono condivisibili o appaiono irrealistiche? Quali osservazioni del Dalai Lama colpiscono per la loro profondità e quali, eventualmente, lasciano perplessi?
Il bisogno di pace e gentilezza
(Dalai Lama, La strada che porta al vero, Mondatori, Milano 2004, pp.3-6, 10-11)
Viaggio in molte parti del mondo e quando parlo alla gente lo faccio come se fossi un membro della loro famiglia. Tratto ognuno come un amico, anche se è la prima volta che ci incontriamo. In realtà ci conosciamo già profonda mente, in quanto esseri umani che condividono gli stessi obiettivi di fondo: noi tutti aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza.
Le due strade verso la felicità
Due sono le strade per ottenere la felicità. La prima è esteriore. Procurandoci un’abitazione migliore, abiti e amici migliori, raggiungiamo in una certa misura felicità e soddisfazione. La seconda passa attraverso lo sviluppo mentale, che assicura la felicità interiore. Tuttavia, questi due approcci non sono equivalenti. La felicità esteriore non può durare a lungo senza la sua controparte. Se nel tuo orizzonte manca qualcosa — se ti manca qualcosa nel cuore — per quanto tu sia circondato da ricchezze, non sarai felice. Se invece hai raggiunto la pace mentale, puoi trovare la felicità anche nelle circostanze più difficili.
I miglioramenti materiali, di per sé, possono risolvere alcuni problemi ma ne creano altri. Ci sono ad esempio persone che hanno acquisito ricchezze, una buona istruzione e una importante posizione sociale ma, nonostante questo, non riescono a raggiungere la felicità. Prendono pastiglie per dormire e fanno abuso di alcol. In loro permane sempre un certo grado di insoddisfazione, e allora cercano rifugio nella bottiglia o nelle droghe. Viceversa, ci sono perso ne che pur possedendo poco denaro vivono più serena mente. Di notte dormono bene. Nonostante la povertà materiale, sono felici e contente. Questo mostra l’importanza di un buon atteggiamento mentale. Da solo, il migliora mento sul piano materiale non è in grado di risolvere completamente il problema della sofferenza dell’umanità.
In questo libro offro a te, lettore, tecniche tratte da varie tradizioni tibetane che, praticate quotidianamente, porta no alla pace mentale. Calmando la mente e il cuore, l’ansia e le preoccupazioni diminuiscono naturalmente, la sciando spazio a una maggiore felicità. I rapporti con gli altri beneficeranno di questi cambiamenti. Se sarai un essere umano migliore, sarai anche un cittadino migliore del tuo paese, e quindi un cittadino migliore del mondo.
La gentilezza
Ognuno di noi nasce privo di difese. Senza la gentilezza di un genitore non potremmo sopravvivere né tanto meno crescere bene. Quando i bambini vivono in una condizione di paura costante, senza un punto d’appoggio, soffrono per tutta la vita. Poiché i bambini piccoli hanno una mente molto sensibile, in loro il bisogno di gentilezza è particolarmente accentuato.
Anche gli esseri umani adulti hanno bisogno di gentilezza. Se qualcuno mi accoglie con un bel sorriso, esprimendo un atteggiamento sinceramente amichevole, glie ne sono estremamente grato. Anche se si tratta di persone che non conosco, e la cui lingua mi è ignota, la loro cordialità mi apre immediatamente il cuore. D’altro canto, avverto subito la mancanza di gentilezza, che riscontro anche in persone appartenenti alla mia stessa cultura e che conosco da anni. La gentilezza e l’amore, il sentirsi veramente tra fratelli e sorelle, sono estremamente preziosi. Rendono possibile la convivenza e svolgono, dunque, un ruolo cruciale all’interno della società.
Il potenziale umano
Ognuno di noi possiede una concezione ben definita del proprio sé, dell’«io». Inoltre condividiamo obiettivi comuni: aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza. Anche gli animali ricercano la felicità e rifuggono la sofferenza, ma non possiedono capacità specifiche per pensare a come con seguire una felicità più profonda o a come superare il dolo re. Essendo dotati della facoltà del pensiero, noi esseri umani abbiamo un maggiore potenziale e dobbiamo usarlo.
A tutti i livelli — come individui o membri di una famiglia, di una comunità, di una nazione e di un pianeta — gli
avversari più pericolosi che dobbiamo fronteggiare sono la rabbia e l’egoismo. L’egoismo al quale faccio qui riferimento non è la consapevolezza di sé, ma un’attenzione esagerata verso se stessi. Inoltre, nessuno può dirsi felice quando è arrabbiato. Finché la rabbia domina il nostro animo, una felicità duratura è impossibile. Per conseguire pace, tranquillità e un autentico senso di fratellanza, dobbiamo ridurre al minimo la rabbia e coltivare gentilezza e cordialità. Si può arrivare a tutto ciò grazie alle pratiche che de scriverò in questo libro.
Coltivando un atteggiamento di cordialità possiamo trasformare anche gli altri. Se diventiamo esseri umani più buoni, i nostri genitori, nostra moglie o nostro marito, i nostri figli, i nostri vicini e amici saranno meno inclini alla rabbia. Diventeranno più cordiali, compassionevoli e armoniosi. L’ambiente intorno a noi sarà più sereno, il che favorirà la buona salute e forse una vita più lunga.
Si può essere ricchi, potenti e colti ma, senza l’influsso benefico della felicità e della compassione, non avremo la pace in noi né in famiglia, e di questo soffriranno anche i bambini. La gentilezza è essenziale per la pace mentale. Come vedrete nelle prossime pagine, il metodo fonda mentale per avere una vita felice consiste nell’addestrare la mente con una pratica quotidiana che indebolisce gli atteggiamenti negativi e rafforza quelli positivi.
La questione fondamentale è se siamo o meno in grado di praticare la gentilezza e la pace. Molti dei nostri problemi sorgono da comportamenti come il voler primeggiare a tutti i costi. So per esperienza diretta che è possibile mutare tali comportamenti errati e migliorare la nostra mente. Benché sia priva di forma e di colore, e talvolta si di mostri debole, essa può diventare più forte dell’acciaio. Per addestrarla, occorre esercitare la pazienza e la determinazione necessarie a forgiare quell’acciaio. Se si fa pratica con forte volontà e grande perseveranza, senza desistere di fronte alle molte difficoltà iniziali, si finirà per avere successo. Con la pazienza, la pratica e il tempo, i cambiamenti arriveranno.
Non cedere. Se sei pessimista fin dall’inizio, non ce la farai di certo. Se sei fiducioso e ottimista, in qualche misura il successo ti arriderà. Non è importante vincere la medaglia d’oro, ma fare del proprio meglio.
(…) Per quanto possa sembrare arduo e idealistico, non abbiamo alternative alla compassione, al riconoscimento del valore degli uomini e dell’unità del genere umano: è questo l’unico modo per accedere a una felicità duratura.
Negli spostamenti da un paese all’altro, questo senso di unità mi accompagna sempre. Poiché addestro la mia mente da decenni, non avverto barriere quando incontro persone che appartengono a culture diverse. Sono convinto che, nonostante le differenze tra le varie culture e i vari sistemi politico-economici, siamo tutti fondamentalmente uguali. Più incontro gente e più mi convinco che l’unità del génere umano, costruita sulla comprensione e sul rispetto, sia la base più concreta su cui fondare il nostro comportamento, l’unica via percorribile. Dovunque mi re chi, è di questo che parlo. Credo che la pratica della compassione e dell’amore — un sincero senso di fratellanza con uomini e donne — sia la religione universale. Non importa che siate buddhisti o cristiani, musulmani o indù, o appartenenti a qualsiasi altra religione. Importa il senti mento di unione con tutta l’umanità.
Siete d’accordo? Pensate che tutto ciò sia privo di sen so? Non sono un Dio-re, come qualcuno mi chiama. Sono soltanto un monaco buddhista. Quello che affermo deriva dalla mia esperienza, che è limitata. Ciò nonostante cerco di mettere in atto queste idee nella vita di ogni giorno, soprattutto quando mi trovo ad affrontare dei problemi. A volte, naturalmente, fallisco. A volte mi irrito. Di tanto in tanto ricorro a una parola dura ma, quando lo faccio, sen to immediatamente di avere commesso un errore. Lo sento perché ho interiorizzato le pratiche della compassione e della saggezza che costituiscono il nucleo di questo libro. Nella mia vita, queste pratiche quotidiane risultano estremamente utili e valide. Quindi, sapendo che siamo simili nella mente e nel cuore, desidero condividerle con voi.
(…) Ognuno di noi dovrà prima o poi affrontare dei problemi ed è quindi fondamentale coltivare l’atteggiamento più consono. La rabbia riduce la capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che non lo è, facoltà, questa, tra le più elevate degli esseri umani. Se la perdiamo siamo perduti. A volte è necessario reagire con determinazione, ma lo si può fare senza rabbia. La rabbia non è necessaria. E inutile.
Considero la compassione la materia prima globale. Gli esseri umani aspirano alla felicità e rifuggono la sofferenza. La pace mentale è un bisogno fondamentale di tutta l’umanità. Per gli uomini politici, gli ingegneri, gli scienziati, i muratori, i dottori, gli insegnanti, gli avvocati, per tutti, e in qualsiasi situazione, uno stato d’animo equilibrato e compassionevole è il fondamento della crescita spirituale.
Queste convinzioni sono condivisibili o appaiono irrealistiche? Quali osservazioni del Dalai Lama colpiscono per la loro profondità e quali, eventualmente, lasciano perplessi?
Il bisogno di pace e gentilezza
(Dalai Lama, La strada che porta al vero, Mondatori, Milano 2004, pp.3-6, 10-11)
Viaggio in molte parti del mondo e quando parlo alla gente lo faccio come se fossi un membro della loro famiglia. Tratto ognuno come un amico, anche se è la prima volta che ci incontriamo. In realtà ci conosciamo già profonda mente, in quanto esseri umani che condividono gli stessi obiettivi di fondo: noi tutti aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza.
Le due strade verso la felicità
Due sono le strade per ottenere la felicità. La prima è esteriore. Procurandoci un’abitazione migliore, abiti e amici migliori, raggiungiamo in una certa misura felicità e soddisfazione. La seconda passa attraverso lo sviluppo mentale, che assicura la felicità interiore. Tuttavia, questi due approcci non sono equivalenti. La felicità esteriore non può durare a lungo senza la sua controparte. Se nel tuo orizzonte manca qualcosa — se ti manca qualcosa nel cuore — per quanto tu sia circondato da ricchezze, non sarai felice. Se invece hai raggiunto la pace mentale, puoi trovare la felicità anche nelle circostanze più difficili.
I miglioramenti materiali, di per sé, possono risolvere alcuni problemi ma ne creano altri. Ci sono ad esempio persone che hanno acquisito ricchezze, una buona istruzione e una importante posizione sociale ma, nonostante questo, non riescono a raggiungere la felicità. Prendono pastiglie per dormire e fanno abuso di alcol. In loro permane sempre un certo grado di insoddisfazione, e allora cercano rifugio nella bottiglia o nelle droghe. Viceversa, ci sono perso ne che pur possedendo poco denaro vivono più serena mente. Di notte dormono bene. Nonostante la povertà materiale, sono felici e contente. Questo mostra l’importanza di un buon atteggiamento mentale. Da solo, il migliora mento sul piano materiale non è in grado di risolvere completamente il problema della sofferenza dell’umanità.
In questo libro offro a te, lettore, tecniche tratte da varie tradizioni tibetane che, praticate quotidianamente, porta no alla pace mentale. Calmando la mente e il cuore, l’ansia e le preoccupazioni diminuiscono naturalmente, la sciando spazio a una maggiore felicità. I rapporti con gli altri beneficeranno di questi cambiamenti. Se sarai un essere umano migliore, sarai anche un cittadino migliore del tuo paese, e quindi un cittadino migliore del mondo.
La gentilezza
Ognuno di noi nasce privo di difese. Senza la gentilezza di un genitore non potremmo sopravvivere né tanto meno crescere bene. Quando i bambini vivono in una condizione di paura costante, senza un punto d’appoggio, soffrono per tutta la vita. Poiché i bambini piccoli hanno una mente molto sensibile, in loro il bisogno di gentilezza è particolarmente accentuato.
Anche gli esseri umani adulti hanno bisogno di gentilezza. Se qualcuno mi accoglie con un bel sorriso, esprimendo un atteggiamento sinceramente amichevole, glie ne sono estremamente grato. Anche se si tratta di persone che non conosco, e la cui lingua mi è ignota, la loro cordialità mi apre immediatamente il cuore. D’altro canto, avverto subito la mancanza di gentilezza, che riscontro anche in persone appartenenti alla mia stessa cultura e che conosco da anni. La gentilezza e l’amore, il sentirsi veramente tra fratelli e sorelle, sono estremamente preziosi. Rendono possibile la convivenza e svolgono, dunque, un ruolo cruciale all’interno della società.
Il potenziale umano
Ognuno di noi possiede una concezione ben definita del proprio sé, dell’«io». Inoltre condividiamo obiettivi comuni: aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza. Anche gli animali ricercano la felicità e rifuggono la sofferenza, ma non possiedono capacità specifiche per pensare a come con seguire una felicità più profonda o a come superare il dolo re. Essendo dotati della facoltà del pensiero, noi esseri umani abbiamo un maggiore potenziale e dobbiamo usarlo.
A tutti i livelli — come individui o membri di una famiglia, di una comunità, di una nazione e di un pianeta — gli
avversari più pericolosi che dobbiamo fronteggiare sono la rabbia e l’egoismo. L’egoismo al quale faccio qui riferimento non è la consapevolezza di sé, ma un’attenzione esagerata verso se stessi. Inoltre, nessuno può dirsi felice quando è arrabbiato. Finché la rabbia domina il nostro animo, una felicità duratura è impossibile. Per conseguire pace, tranquillità e un autentico senso di fratellanza, dobbiamo ridurre al minimo la rabbia e coltivare gentilezza e cordialità. Si può arrivare a tutto ciò grazie alle pratiche che de scriverò in questo libro.
Coltivando un atteggiamento di cordialità possiamo trasformare anche gli altri. Se diventiamo esseri umani più buoni, i nostri genitori, nostra moglie o nostro marito, i nostri figli, i nostri vicini e amici saranno meno inclini alla rabbia. Diventeranno più cordiali, compassionevoli e armoniosi. L’ambiente intorno a noi sarà più sereno, il che favorirà la buona salute e forse una vita più lunga.
Si può essere ricchi, potenti e colti ma, senza l’influsso benefico della felicità e della compassione, non avremo la pace in noi né in famiglia, e di questo soffriranno anche i bambini. La gentilezza è essenziale per la pace mentale. Come vedrete nelle prossime pagine, il metodo fonda mentale per avere una vita felice consiste nell’addestrare la mente con una pratica quotidiana che indebolisce gli atteggiamenti negativi e rafforza quelli positivi.
La questione fondamentale è se siamo o meno in grado di praticare la gentilezza e la pace. Molti dei nostri problemi sorgono da comportamenti come il voler primeggiare a tutti i costi. So per esperienza diretta che è possibile mutare tali comportamenti errati e migliorare la nostra mente. Benché sia priva di forma e di colore, e talvolta si di mostri debole, essa può diventare più forte dell’acciaio. Per addestrarla, occorre esercitare la pazienza e la determinazione necessarie a forgiare quell’acciaio. Se si fa pratica con forte volontà e grande perseveranza, senza desistere di fronte alle molte difficoltà iniziali, si finirà per avere successo. Con la pazienza, la pratica e il tempo, i cambiamenti arriveranno.
Non cedere. Se sei pessimista fin dall’inizio, non ce la farai di certo. Se sei fiducioso e ottimista, in qualche misura il successo ti arriderà. Non è importante vincere la medaglia d’oro, ma fare del proprio meglio.
(…) Per quanto possa sembrare arduo e idealistico, non abbiamo alternative alla compassione, al riconoscimento del valore degli uomini e dell’unità del genere umano: è questo l’unico modo per accedere a una felicità duratura.
Negli spostamenti da un paese all’altro, questo senso di unità mi accompagna sempre. Poiché addestro la mia mente da decenni, non avverto barriere quando incontro persone che appartengono a culture diverse. Sono convinto che, nonostante le differenze tra le varie culture e i vari sistemi politico-economici, siamo tutti fondamentalmente uguali. Più incontro gente e più mi convinco che l’unità del génere umano, costruita sulla comprensione e sul rispetto, sia la base più concreta su cui fondare il nostro comportamento, l’unica via percorribile. Dovunque mi re chi, è di questo che parlo. Credo che la pratica della compassione e dell’amore — un sincero senso di fratellanza con uomini e donne — sia la religione universale. Non importa che siate buddhisti o cristiani, musulmani o indù, o appartenenti a qualsiasi altra religione. Importa il senti mento di unione con tutta l’umanità.
Siete d’accordo? Pensate che tutto ciò sia privo di sen so? Non sono un Dio-re, come qualcuno mi chiama. Sono soltanto un monaco buddhista. Quello che affermo deriva dalla mia esperienza, che è limitata. Ciò nonostante cerco di mettere in atto queste idee nella vita di ogni giorno, soprattutto quando mi trovo ad affrontare dei problemi. A volte, naturalmente, fallisco. A volte mi irrito. Di tanto in tanto ricorro a una parola dura ma, quando lo faccio, sen to immediatamente di avere commesso un errore. Lo sento perché ho interiorizzato le pratiche della compassione e della saggezza che costituiscono il nucleo di questo libro. Nella mia vita, queste pratiche quotidiane risultano estremamente utili e valide. Quindi, sapendo che siamo simili nella mente e nel cuore, desidero condividerle con voi.
(…) Ognuno di noi dovrà prima o poi affrontare dei problemi ed è quindi fondamentale coltivare l’atteggiamento più consono. La rabbia riduce la capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che non lo è, facoltà, questa, tra le più elevate degli esseri umani. Se la perdiamo siamo perduti. A volte è necessario reagire con determinazione, ma lo si può fare senza rabbia. La rabbia non è necessaria. E inutile.
Considero la compassione la materia prima globale. Gli esseri umani aspirano alla felicità e rifuggono la sofferenza. La pace mentale è un bisogno fondamentale di tutta l’umanità. Per gli uomini politici, gli ingegneri, gli scienziati, i muratori, i dottori, gli insegnanti, gli avvocati, per tutti, e in qualsiasi situazione, uno stato d’animo equilibrato e compassionevole è il fondamento della crescita spirituale.
Links vari
Un collegamento informativo su Osho e il suo movimento
domenica 19 febbraio 2006
1-Saggezza zen

Un saluto a tutti.
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Proposta di discussione
Qual è la "morale" che ciascuna striscia esprime?
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sabato 18 febbraio 2006
Partenza
Questo blog è uno spazio creato per agevolare la discussione, al di là dei tempi ristretti delle lezioni. Per scambiare idee, intuizioni o materiali, in modo da arricchire, e forse facilitare, l'apprendimento.
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