Invito alla discussione. La visione esistenziale proposta dal Dalai Lama è provocatoria e radicale. Non si tratta di un ripiegamento nella dimensione privata, rinunciando ai problemi del mondo. È la proposta di una “rivoluzione” sociale e politica, che può realizzarsi solo a partire da una trasformazione interiore.
Queste convinzioni sono condivisibili o appaiono irrealistiche? Quali osservazioni del Dalai Lama colpiscono per la loro profondità e quali, eventualmente, lasciano perplessi?
Il bisogno di pace e gentilezza
(Dalai Lama, La strada che porta al vero, Mondatori, Milano 2004, pp.3-6, 10-11)
Viaggio in molte parti del mondo e quando parlo alla gente lo faccio come se fossi un membro della loro famiglia. Tratto ognuno come un amico, anche se è la prima volta che ci incontriamo. In realtà ci conosciamo già profonda mente, in quanto esseri umani che condividono gli stessi obiettivi di fondo: noi tutti aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza.
Le due strade verso la felicità
Due sono le strade per ottenere la felicità. La prima è esteriore. Procurandoci un’abitazione migliore, abiti e amici migliori, raggiungiamo in una certa misura felicità e soddisfazione. La seconda passa attraverso lo sviluppo mentale, che assicura la felicità interiore. Tuttavia, questi due approcci non sono equivalenti. La felicità esteriore non può durare a lungo senza la sua controparte. Se nel tuo orizzonte manca qualcosa — se ti manca qualcosa nel cuore — per quanto tu sia circondato da ricchezze, non sarai felice. Se invece hai raggiunto la pace mentale, puoi trovare la felicità anche nelle circostanze più difficili.
I miglioramenti materiali, di per sé, possono risolvere alcuni problemi ma ne creano altri. Ci sono ad esempio persone che hanno acquisito ricchezze, una buona istruzione e una importante posizione sociale ma, nonostante questo, non riescono a raggiungere la felicità. Prendono pastiglie per dormire e fanno abuso di alcol. In loro permane sempre un certo grado di insoddisfazione, e allora cercano rifugio nella bottiglia o nelle droghe. Viceversa, ci sono perso ne che pur possedendo poco denaro vivono più serena mente. Di notte dormono bene. Nonostante la povertà materiale, sono felici e contente. Questo mostra l’importanza di un buon atteggiamento mentale. Da solo, il migliora mento sul piano materiale non è in grado di risolvere completamente il problema della sofferenza dell’umanità.
In questo libro offro a te, lettore, tecniche tratte da varie tradizioni tibetane che, praticate quotidianamente, porta no alla pace mentale. Calmando la mente e il cuore, l’ansia e le preoccupazioni diminuiscono naturalmente, la sciando spazio a una maggiore felicità. I rapporti con gli altri beneficeranno di questi cambiamenti. Se sarai un essere umano migliore, sarai anche un cittadino migliore del tuo paese, e quindi un cittadino migliore del mondo.
La gentilezza
Ognuno di noi nasce privo di difese. Senza la gentilezza di un genitore non potremmo sopravvivere né tanto meno crescere bene. Quando i bambini vivono in una condizione di paura costante, senza un punto d’appoggio, soffrono per tutta la vita. Poiché i bambini piccoli hanno una mente molto sensibile, in loro il bisogno di gentilezza è particolarmente accentuato.
Anche gli esseri umani adulti hanno bisogno di gentilezza. Se qualcuno mi accoglie con un bel sorriso, esprimendo un atteggiamento sinceramente amichevole, glie ne sono estremamente grato. Anche se si tratta di persone che non conosco, e la cui lingua mi è ignota, la loro cordialità mi apre immediatamente il cuore. D’altro canto, avverto subito la mancanza di gentilezza, che riscontro anche in persone appartenenti alla mia stessa cultura e che conosco da anni. La gentilezza e l’amore, il sentirsi veramente tra fratelli e sorelle, sono estremamente preziosi. Rendono possibile la convivenza e svolgono, dunque, un ruolo cruciale all’interno della società.
Il potenziale umano
Ognuno di noi possiede una concezione ben definita del proprio sé, dell’«io». Inoltre condividiamo obiettivi comuni: aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza. Anche gli animali ricercano la felicità e rifuggono la sofferenza, ma non possiedono capacità specifiche per pensare a come con seguire una felicità più profonda o a come superare il dolo re. Essendo dotati della facoltà del pensiero, noi esseri umani abbiamo un maggiore potenziale e dobbiamo usarlo.
A tutti i livelli — come individui o membri di una famiglia, di una comunità, di una nazione e di un pianeta — gli
avversari più pericolosi che dobbiamo fronteggiare sono la rabbia e l’egoismo. L’egoismo al quale faccio qui riferimento non è la consapevolezza di sé, ma un’attenzione esagerata verso se stessi. Inoltre, nessuno può dirsi felice quando è arrabbiato. Finché la rabbia domina il nostro animo, una felicità duratura è impossibile. Per conseguire pace, tranquillità e un autentico senso di fratellanza, dobbiamo ridurre al minimo la rabbia e coltivare gentilezza e cordialità. Si può arrivare a tutto ciò grazie alle pratiche che de scriverò in questo libro.
Coltivando un atteggiamento di cordialità possiamo trasformare anche gli altri. Se diventiamo esseri umani più buoni, i nostri genitori, nostra moglie o nostro marito, i nostri figli, i nostri vicini e amici saranno meno inclini alla rabbia. Diventeranno più cordiali, compassionevoli e armoniosi. L’ambiente intorno a noi sarà più sereno, il che favorirà la buona salute e forse una vita più lunga.
Si può essere ricchi, potenti e colti ma, senza l’influsso benefico della felicità e della compassione, non avremo la pace in noi né in famiglia, e di questo soffriranno anche i bambini. La gentilezza è essenziale per la pace mentale. Come vedrete nelle prossime pagine, il metodo fonda mentale per avere una vita felice consiste nell’addestrare la mente con una pratica quotidiana che indebolisce gli atteggiamenti negativi e rafforza quelli positivi.
La questione fondamentale è se siamo o meno in grado di praticare la gentilezza e la pace. Molti dei nostri problemi sorgono da comportamenti come il voler primeggiare a tutti i costi. So per esperienza diretta che è possibile mutare tali comportamenti errati e migliorare la nostra mente. Benché sia priva di forma e di colore, e talvolta si di mostri debole, essa può diventare più forte dell’acciaio. Per addestrarla, occorre esercitare la pazienza e la determinazione necessarie a forgiare quell’acciaio. Se si fa pratica con forte volontà e grande perseveranza, senza desistere di fronte alle molte difficoltà iniziali, si finirà per avere successo. Con la pazienza, la pratica e il tempo, i cambiamenti arriveranno.
Non cedere. Se sei pessimista fin dall’inizio, non ce la farai di certo. Se sei fiducioso e ottimista, in qualche misura il successo ti arriderà. Non è importante vincere la medaglia d’oro, ma fare del proprio meglio.
(…) Per quanto possa sembrare arduo e idealistico, non abbiamo alternative alla compassione, al riconoscimento del valore degli uomini e dell’unità del genere umano: è questo l’unico modo per accedere a una felicità duratura.
Negli spostamenti da un paese all’altro, questo senso di unità mi accompagna sempre. Poiché addestro la mia mente da decenni, non avverto barriere quando incontro persone che appartengono a culture diverse. Sono convinto che, nonostante le differenze tra le varie culture e i vari sistemi politico-economici, siamo tutti fondamentalmente uguali. Più incontro gente e più mi convinco che l’unità del génere umano, costruita sulla comprensione e sul rispetto, sia la base più concreta su cui fondare il nostro comportamento, l’unica via percorribile. Dovunque mi re chi, è di questo che parlo. Credo che la pratica della compassione e dell’amore — un sincero senso di fratellanza con uomini e donne — sia la religione universale. Non importa che siate buddhisti o cristiani, musulmani o indù, o appartenenti a qualsiasi altra religione. Importa il senti mento di unione con tutta l’umanità.
Siete d’accordo? Pensate che tutto ciò sia privo di sen so? Non sono un Dio-re, come qualcuno mi chiama. Sono soltanto un monaco buddhista. Quello che affermo deriva dalla mia esperienza, che è limitata. Ciò nonostante cerco di mettere in atto queste idee nella vita di ogni giorno, soprattutto quando mi trovo ad affrontare dei problemi. A volte, naturalmente, fallisco. A volte mi irrito. Di tanto in tanto ricorro a una parola dura ma, quando lo faccio, sen to immediatamente di avere commesso un errore. Lo sento perché ho interiorizzato le pratiche della compassione e della saggezza che costituiscono il nucleo di questo libro. Nella mia vita, queste pratiche quotidiane risultano estremamente utili e valide. Quindi, sapendo che siamo simili nella mente e nel cuore, desidero condividerle con voi.
(…) Ognuno di noi dovrà prima o poi affrontare dei problemi ed è quindi fondamentale coltivare l’atteggiamento più consono. La rabbia riduce la capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che non lo è, facoltà, questa, tra le più elevate degli esseri umani. Se la perdiamo siamo perduti. A volte è necessario reagire con determinazione, ma lo si può fare senza rabbia. La rabbia non è necessaria. E inutile.
Considero la compassione la materia prima globale. Gli esseri umani aspirano alla felicità e rifuggono la sofferenza. La pace mentale è un bisogno fondamentale di tutta l’umanità. Per gli uomini politici, gli ingegneri, gli scienziati, i muratori, i dottori, gli insegnanti, gli avvocati, per tutti, e in qualsiasi situazione, uno stato d’animo equilibrato e compassionevole è il fondamento della crescita spirituale.
Queste convinzioni sono condivisibili o appaiono irrealistiche? Quali osservazioni del Dalai Lama colpiscono per la loro profondità e quali, eventualmente, lasciano perplessi?
Il bisogno di pace e gentilezza
(Dalai Lama, La strada che porta al vero, Mondatori, Milano 2004, pp.3-6, 10-11)
Viaggio in molte parti del mondo e quando parlo alla gente lo faccio come se fossi un membro della loro famiglia. Tratto ognuno come un amico, anche se è la prima volta che ci incontriamo. In realtà ci conosciamo già profonda mente, in quanto esseri umani che condividono gli stessi obiettivi di fondo: noi tutti aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza.
Le due strade verso la felicità
Due sono le strade per ottenere la felicità. La prima è esteriore. Procurandoci un’abitazione migliore, abiti e amici migliori, raggiungiamo in una certa misura felicità e soddisfazione. La seconda passa attraverso lo sviluppo mentale, che assicura la felicità interiore. Tuttavia, questi due approcci non sono equivalenti. La felicità esteriore non può durare a lungo senza la sua controparte. Se nel tuo orizzonte manca qualcosa — se ti manca qualcosa nel cuore — per quanto tu sia circondato da ricchezze, non sarai felice. Se invece hai raggiunto la pace mentale, puoi trovare la felicità anche nelle circostanze più difficili.
I miglioramenti materiali, di per sé, possono risolvere alcuni problemi ma ne creano altri. Ci sono ad esempio persone che hanno acquisito ricchezze, una buona istruzione e una importante posizione sociale ma, nonostante questo, non riescono a raggiungere la felicità. Prendono pastiglie per dormire e fanno abuso di alcol. In loro permane sempre un certo grado di insoddisfazione, e allora cercano rifugio nella bottiglia o nelle droghe. Viceversa, ci sono perso ne che pur possedendo poco denaro vivono più serena mente. Di notte dormono bene. Nonostante la povertà materiale, sono felici e contente. Questo mostra l’importanza di un buon atteggiamento mentale. Da solo, il migliora mento sul piano materiale non è in grado di risolvere completamente il problema della sofferenza dell’umanità.
In questo libro offro a te, lettore, tecniche tratte da varie tradizioni tibetane che, praticate quotidianamente, porta no alla pace mentale. Calmando la mente e il cuore, l’ansia e le preoccupazioni diminuiscono naturalmente, la sciando spazio a una maggiore felicità. I rapporti con gli altri beneficeranno di questi cambiamenti. Se sarai un essere umano migliore, sarai anche un cittadino migliore del tuo paese, e quindi un cittadino migliore del mondo.
La gentilezza
Ognuno di noi nasce privo di difese. Senza la gentilezza di un genitore non potremmo sopravvivere né tanto meno crescere bene. Quando i bambini vivono in una condizione di paura costante, senza un punto d’appoggio, soffrono per tutta la vita. Poiché i bambini piccoli hanno una mente molto sensibile, in loro il bisogno di gentilezza è particolarmente accentuato.
Anche gli esseri umani adulti hanno bisogno di gentilezza. Se qualcuno mi accoglie con un bel sorriso, esprimendo un atteggiamento sinceramente amichevole, glie ne sono estremamente grato. Anche se si tratta di persone che non conosco, e la cui lingua mi è ignota, la loro cordialità mi apre immediatamente il cuore. D’altro canto, avverto subito la mancanza di gentilezza, che riscontro anche in persone appartenenti alla mia stessa cultura e che conosco da anni. La gentilezza e l’amore, il sentirsi veramente tra fratelli e sorelle, sono estremamente preziosi. Rendono possibile la convivenza e svolgono, dunque, un ruolo cruciale all’interno della società.
Il potenziale umano
Ognuno di noi possiede una concezione ben definita del proprio sé, dell’«io». Inoltre condividiamo obiettivi comuni: aspiriamo alla felicità e rifuggiamo la sofferenza. Anche gli animali ricercano la felicità e rifuggono la sofferenza, ma non possiedono capacità specifiche per pensare a come con seguire una felicità più profonda o a come superare il dolo re. Essendo dotati della facoltà del pensiero, noi esseri umani abbiamo un maggiore potenziale e dobbiamo usarlo.
A tutti i livelli — come individui o membri di una famiglia, di una comunità, di una nazione e di un pianeta — gli
avversari più pericolosi che dobbiamo fronteggiare sono la rabbia e l’egoismo. L’egoismo al quale faccio qui riferimento non è la consapevolezza di sé, ma un’attenzione esagerata verso se stessi. Inoltre, nessuno può dirsi felice quando è arrabbiato. Finché la rabbia domina il nostro animo, una felicità duratura è impossibile. Per conseguire pace, tranquillità e un autentico senso di fratellanza, dobbiamo ridurre al minimo la rabbia e coltivare gentilezza e cordialità. Si può arrivare a tutto ciò grazie alle pratiche che de scriverò in questo libro.
Coltivando un atteggiamento di cordialità possiamo trasformare anche gli altri. Se diventiamo esseri umani più buoni, i nostri genitori, nostra moglie o nostro marito, i nostri figli, i nostri vicini e amici saranno meno inclini alla rabbia. Diventeranno più cordiali, compassionevoli e armoniosi. L’ambiente intorno a noi sarà più sereno, il che favorirà la buona salute e forse una vita più lunga.
Si può essere ricchi, potenti e colti ma, senza l’influsso benefico della felicità e della compassione, non avremo la pace in noi né in famiglia, e di questo soffriranno anche i bambini. La gentilezza è essenziale per la pace mentale. Come vedrete nelle prossime pagine, il metodo fonda mentale per avere una vita felice consiste nell’addestrare la mente con una pratica quotidiana che indebolisce gli atteggiamenti negativi e rafforza quelli positivi.
La questione fondamentale è se siamo o meno in grado di praticare la gentilezza e la pace. Molti dei nostri problemi sorgono da comportamenti come il voler primeggiare a tutti i costi. So per esperienza diretta che è possibile mutare tali comportamenti errati e migliorare la nostra mente. Benché sia priva di forma e di colore, e talvolta si di mostri debole, essa può diventare più forte dell’acciaio. Per addestrarla, occorre esercitare la pazienza e la determinazione necessarie a forgiare quell’acciaio. Se si fa pratica con forte volontà e grande perseveranza, senza desistere di fronte alle molte difficoltà iniziali, si finirà per avere successo. Con la pazienza, la pratica e il tempo, i cambiamenti arriveranno.
Non cedere. Se sei pessimista fin dall’inizio, non ce la farai di certo. Se sei fiducioso e ottimista, in qualche misura il successo ti arriderà. Non è importante vincere la medaglia d’oro, ma fare del proprio meglio.
(…) Per quanto possa sembrare arduo e idealistico, non abbiamo alternative alla compassione, al riconoscimento del valore degli uomini e dell’unità del genere umano: è questo l’unico modo per accedere a una felicità duratura.
Negli spostamenti da un paese all’altro, questo senso di unità mi accompagna sempre. Poiché addestro la mia mente da decenni, non avverto barriere quando incontro persone che appartengono a culture diverse. Sono convinto che, nonostante le differenze tra le varie culture e i vari sistemi politico-economici, siamo tutti fondamentalmente uguali. Più incontro gente e più mi convinco che l’unità del génere umano, costruita sulla comprensione e sul rispetto, sia la base più concreta su cui fondare il nostro comportamento, l’unica via percorribile. Dovunque mi re chi, è di questo che parlo. Credo che la pratica della compassione e dell’amore — un sincero senso di fratellanza con uomini e donne — sia la religione universale. Non importa che siate buddhisti o cristiani, musulmani o indù, o appartenenti a qualsiasi altra religione. Importa il senti mento di unione con tutta l’umanità.
Siete d’accordo? Pensate che tutto ciò sia privo di sen so? Non sono un Dio-re, come qualcuno mi chiama. Sono soltanto un monaco buddhista. Quello che affermo deriva dalla mia esperienza, che è limitata. Ciò nonostante cerco di mettere in atto queste idee nella vita di ogni giorno, soprattutto quando mi trovo ad affrontare dei problemi. A volte, naturalmente, fallisco. A volte mi irrito. Di tanto in tanto ricorro a una parola dura ma, quando lo faccio, sen to immediatamente di avere commesso un errore. Lo sento perché ho interiorizzato le pratiche della compassione e della saggezza che costituiscono il nucleo di questo libro. Nella mia vita, queste pratiche quotidiane risultano estremamente utili e valide. Quindi, sapendo che siamo simili nella mente e nel cuore, desidero condividerle con voi.
(…) Ognuno di noi dovrà prima o poi affrontare dei problemi ed è quindi fondamentale coltivare l’atteggiamento più consono. La rabbia riduce la capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che non lo è, facoltà, questa, tra le più elevate degli esseri umani. Se la perdiamo siamo perduti. A volte è necessario reagire con determinazione, ma lo si può fare senza rabbia. La rabbia non è necessaria. E inutile.
Considero la compassione la materia prima globale. Gli esseri umani aspirano alla felicità e rifuggono la sofferenza. La pace mentale è un bisogno fondamentale di tutta l’umanità. Per gli uomini politici, gli ingegneri, gli scienziati, i muratori, i dottori, gli insegnanti, gli avvocati, per tutti, e in qualsiasi situazione, uno stato d’animo equilibrato e compassionevole è il fondamento della crescita spirituale.
Links vari
Un collegamento informativo su Osho e il suo movimento
6 commenti:
NON CI INVITA AL MATERIALISMO....IL FATTO DI LASCIARE IL PAESE SIGNIFICA STACCARSI DAI BENI MATERIALI E ANDARE ALLA RICERCA DI QUELLI SPIRITUALI....
UGUALE A SIDDARTHA DI HERMA ESSE...
ERA RIFERITO ALL'ESERCIZIO DELLE VIGNETTE...SCUSATE MI SONO SBAGLIATO...
Il Dalai Lama crede nell'?esistenza di due strade che possano portare alla felicità; una esteriore basata sui beni materiali e una intriore. Quest'ultima è comunque la vera felicità che ci permette di essere felici anche se manca la prima. La felicità esteriore, infatti, non si basa proprio sulla persona, ma sulle cose che essa possiede. Io credo comunque che oggigiorno questo tipo di felicità stia divantando sempre più importante, quasi da essere paragonato alla felicità interiore. Ai giorni d'oggi, infatti, non essere vestito adeguatamente e non possedere ricchezze può portare al disagio e alla vargogna.
Il Buddhismo si sta tirando indietro e non intende perseguire questo percorso e tuttavia non ha tutti i torti. La vera felicità è quella che troviamo dentro il nostro cuore, quella che si prova attraverso i veri sentimenti.
Per quanto riguarda il discorso della rabbia che dev'essere estirpata dal nostro carattere, sono d'accordo.INfondo questo è un sentimento negativo che non fa altro che lacerare il nostro cuore, ma d'altra parte è davvero difficile non farsi sovrastare dalla rabbia.Essa, infatti, ci coglie sempre nei momenti di debolezza e ci fa uscire di testa, credo che fronteggiarla sia una vera impresa!!!! Condivido comunque il fatto che la felicità possa derivare dalla cordialità e dalla gentilezza, queste due qualità infatti, aiutano le persone a legarsi l'un l'altre e credo che sia proprio questo legame la causa della felicità. Essa dev'essere coltivata fin da piccoli, in modo che in età adulta possa divenire spontanea e non scomparira come invece sta succedendo sempre più frequentemente ELISABETH
Il Dalai Lama ci indica due vie per ottenere la felicità:la prima è esteriore, la seconda interiore. dobbiamo cercare la felicità, in questo modo stiamo meglio con noi stessi e con gli altri. MARIKA
Il Dalai Lama ci indica due vie per ottenere la felicità:la prima è esteriore, la seconda interiore. dobbiamo cercare la felicità, in questo modo stiamo meglio con noi stessi e con gli altri. MARIKA
essere felici è una delle cose più importanti nella vita e ci sono diversi modi per raggiungere la felicità. i pensier espressi in questo testo mi sembrano di facile comprensione e li condivido pienamente...
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