martedì 7 marzo 2006

1. Astenersi dal compiere il male


L’etica della liberazione individuale
1. Astenersi dal compiere il male

Nella lezione sull’etica della liberazione individuale (1 -“Astenersi dal compiere il male”) sono emerse alcune tesi “forti” della visione morale buddista.

Nel commentare il testo del Dalai Lama, propongo due domande su cui intervenire esprimendo le proprie impressioni e opinioni:
il male si radica in noi stessi? E il bene?
La felicità (beatitudine) sta nella realizzazione di se stessi o piuttosto nello svuotamento di sé (nirvana)?

Mi sembrano interrogativi stimolanti: che ne dite?




Un testo della tradizione buddista

IL MALE
Affrettati a fare il bene. Astieniti dal male. Se trascuri di coltivare il bene, il male infesta la tua mente.
Se ti capita di fare del male, non ripeterlo, non lasciare che metta radici in te, onde non incorrere nella sofferenza.
Se ti capita di far del bene, ripetilo, lascia che metta radici in te e ti riempia di gioia.
Anche chi ha fatto del male può gioire
finché le conseguenze del male fatto non sono maturate.
E anche chi ha fatto del bene può soffrire
finché il bene, che ha fatto non dà i suoi frutti.
Non prendere alla leggera il male che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d’acqua che cade goccia a goccia.
Non prendere alla leggera il bene che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d’acqua che cade goccia a goccia.
Come un ricco mercante che viaggia senza scorta evita un cammino pericoloso, come chi ama la vita evita un veleno, così evita il male.
Ma una mano senza ferite può maneggiare veleni senza danno. Così il male non tocca l’innocente.
Il male fatto a un innocente è come polvere gettata controvento. Esso si ritorce contro chi lo fa.
Alcuni rinascono in questo mondo, altri all’inferno, altri ancora in paradiso. Ma coloro che sono senza macchia entrano nel nirvana.
In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottratti alle conseguenze del male che hai fatto.
In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottrarti al dominio della morte.


11 commenti:

Anonimo ha detto...

Le tesi "forti" che propone il Dalai Lama sono difficilmente applicabili nel nostro mondo: in molti aspetti, infatti, siamo lontani anni luce dalla cultura orientale. Il Dalai Lama propone sicuramente un principio valido per tutti: accontentarsi. Per alcuni può apparire sicuramente come qualcosa di alieno perchè è davvero difficile seguirlo ma è tutt'altro che negativo. Accontentarsi significa infatti eliminare la bramosia e il desiderio di ottenere tutto senza sosta. Il Dalai Lama aggiunge poi che nell'ambito dei beni materiali è necessario accontentarsi ma questo non vale invece per l'ambito spirituale. Il Buddhismo predica infatti di praticare l'etica della liberazione individuale per rendersi liberi dal male radicato in noi. Facendo male agli altri automaticamente si fa male anche a se stessi. Mettendo in pratica l'etica della liberqazione si può poi raggiungere il nirvana, che è lo stato finale di massima beatitudine in cui non si avverte più la sofferenza e in cui si dimentica sè stessi, poichè l'importante è che esista la vita. A mio parere questa è un'utopia, almeno per noi occidentali: chi riuscirebbe a annientare sè stessi e i propri bisogni per rincorrere il nirvana? Sono sicura che quasi nessuno sarebbe disposto a farlo! La felicità, per la moaggior parte di noi, è realizzare sè stessi e per altri aiutare gli altri, mettendo in pratica un'etica altruistica. Ma nessuno, credo, considererebbe felicità lo svuotamento di sè stessi. Praticare il buddhismo significa modificare il proprio atteggiamento attraverso un approccio graduale e molta pazienza. Ma può essere questo un obiettivo di vita desiderabile...? Non credo...

Anonimo ha detto...

Credo che lo svuotamento di sè stessi sia profondamente sbagliato, perchè essendo noi delle persone dobbiamo cercare di svilupparci verso un ampiamento di noi stessi e delle nostre capacità. Svuotarci di tutto quello che si è riusciti a conquistare durante la vita è annientare la propria persona e gli sforzi che essa ha fatto per migliorarsi. La felicità si ottiene con una realizzazione di sè stessi, infatti quando si riesce a compiere qualcosa dopo molto tempo ci si sente soddisfatti e quindi felici. Annullare la nostra persona significa invece assumere un atteggiamento di passività che farà inevitabilmente tornare l'uomo sui suoi passi invece che guardare al futuro. ELISABETH

Anonimo ha detto...

Noi siamo potenzialmente delle persone malvage o buone e agiamo in uno o nell'altro modo in base alle situazioni, per questo non si può affermare sempre il male o il bene. Essi sono comunque radicati nella nostra persona e si esternano continuamente passando dal bene al male e dal male al bene e così via. Grazie all'intelligenza l'uomo può permettere che i sentimenti buoni o cattivi siano relegati dentro di noi o esternati. A volte però risulta davvero difficile nasconderli dentro di noi e quindi non sempre si riesce ad astenersi da compiere il male, nemmeno se si è la persona più razionale del mondo. I sentimenti fanno parte dell'essere umano e spesso la razionalità non riesce a comandarli. ELISABETH

Anonimo ha detto...

ASTENERSI DAL COMPIERE DEL MALE.
Il male è difficile da controllare, il bene è difficile da trovare.
Non sempre le persone sono in grado di capire cosa è bene e cosa è male, tutto deriva dalla nostra cultura, le nostre tradizioni, e tutti siamo diversi dall'uno all'altro. Per capire cosa è bene e cosa è male occorre valutare tutti i pro e i contro della situazione e sicuramente sarà bene ciò che oltre a far bene a noi,fa del bene agli altri, la stessa cosa vale per il male, occorre quindi valutare ogni singola cosa per ogni singola persona, noi stessi compresi.
Per raggiungere la felicità secondo me è da evitare l'annullamento di sè stessi, perchè per essere felici veramente bisogna prima essere realizzati, felici di noi, del nostro agire e modo di fare senza mai annullarci e prendendosi sempre in considerazione!

Anonimo ha detto...

credo che il male, come il bene siano già radicati in noi stessi: sta a noi decidere come comportarci, quindi se seguire il bene o il male.
se è vero che più abbiamo più vogliamo, allora attraverso l'arricchimento non saremo mai felici.quindi la teoria dello svutamento ci indica realmente la via che ci porta alla vera felicità..

Anonimo ha detto...

non sempre siamo capaci di capire cos'è bene e cos'è male, magari quello che è bene per noi è male pe altri...per evitare di sbagliare prima di agire si deve pensare bene alle conseguenze e non agire di impulso...

Anonimo ha detto...

Credo che ognuno di noi è consapevole quando compie un'azione se questa può provocare azioni positive o negative, o soprattutto se può provocare dolore o sofferenza a persone vicine a noi... molte volte ci troviamo in situazioni in cui dobbiamo scegliere se fare il nostro di bene o pensare prima al bene degli altri... credo che la scelta da fare dipende dalla situazione del momento...
Credo inoltre che molte volte non dovremmo giudicare azioni che da fuori, da noi, sono viste come inconcepibili perchè non sappiamo esattamente il motivo, le ragioni per cui una determinata persona ha agito in quella determinata maniera...

Anonimo ha detto...

ASTENERSI DAL COMPIERE DEL MALE
Credo che il male sia insito dentro di noi, ma ci sono persone che scoprono subito il velo che copre questa luce tenebrosa, mentre ce ne sono altre che provano, a volte riuscendoci, a volte no, a a non fare uscire il lato peggiore di loro stesse... è finita l'ora...finisco dopo

Anonimo ha detto...

Continuando il discorso dell'altra settimana, credo che sia questo la principale differenza tra le varie persone. Secondo me non è tanto il fatto della volontà dell'uomo, anche se la maggiorparte delle volte è l'uomo che decide il proprio destino e quello degli altri, ma è una questione di insegnamento e di indole. SEcondo gli insegnamenti che riceviamo da giovanissimi ci comportiamo da adulti, ovvero: ciò che apprendiamo quando partiamo da zero, lo assorbiamo totalmente, e non c'è verso di cambiare le cose.
È proprio per questo motivo che, a mio parere, il male non cesserà mai di esistere, perché verrà trasmesso sempre e comunque da padre in figlio.

Anonimo ha detto...

Il bene e il male sono radicati in noi stessi, è un'utopia voler togliere l'uno l'altro.. Agiamo quasi sempre bene e male..
alle volte siamo egoisti e agiamo per il nostro bene a discapito del bene collettivo, altre invece, pesiamo prima agli altri che ai noi stessi.
Ci sono casi poi in cui crediamo di far bene quando poi le nostre azioni possono ferire gli altri..
Il bene e il male non si sconfiggeranno mai e ci saranno sempre.

Anonimo ha detto...

A mio avviso possono sussistere due diverse condizioni. Infatti credo che alcune persone siano pervase di natura dal male ed agiscono di conseguenza; inoltre credo che alcune persone agiscano in base al contesto in cui si trovano. Penso che una persona buona si possa inalberare se qualcuno gli fa girare le scatoline..o no?