giovedì 30 settembre 2010
Nativi, migranti e naufraghi digitali
domenica 19 settembre 2010
INDIRIZZI ALLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE 2010-12
domenica 12 settembre 2010
Lo stato di salute della scuola (innovazione e riforme -1)
Buoni metodi per insegnare e imparare – 1 (7.09.2010)
Le innovazioni (anche scolastiche) arrivano in Italia sempre un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi, a volte al loro tramonto. Si parla molto, nei paesi di lingua inglese e nel resto del continente europeo, degli stili di apprendimento degli studenti. Si discute molto della interazione tra gli stili di insegnamento dei docenti e le “propensioni” spontanee dell’intelligenza dei ragazzi.
Da noi è quasi una novità; altrove si discute già dei limiti di questi tentativi di personalizzazione.
Un dato di fatto è invece indiscusso: l’elemento fondamentale per una buona partenza è la motivazione, come ben sanno gli insegnanti scolastici. Innescare l’interesse è il loro mestiere e il cruccio quotidiano.
Ma come agire per facilitare le giornate di studio di un ragazzo che ha voglia di apprendere? Come rendere più efficace il tempo speso sui libri? Alcuni semplici indicazioni stanno emergendo dalle ricerche condotte, a volte in contrasto con i luoghi comuni (B. Carey, Forget What You know about good Study Habits, New York Times, 6.09.2010: contiene una rassegna di recenti ricerche nel campo della psicologia dell’apprendimento).
1. Spostarsi da una stanza all’altra per studiare può incrementare l’apprendimento (solitamente si consiglia invece di rimanere in un solo luogo tranquillo e ordinato)
2. Apprendere abilità tra loro collegate in un’unica sessione di studio (ad esempio: la storia della seconda guerra mondiale assieme a alcuni brani di letteratura ambientati in quel periodo), anziché in momenti diversi
3. Mescolare tipi di attività diverse in un periodo di studio – sia a scuola che a casa -, anziché insistere con uno sforzo prolungato in un solo tipo di attività. Un po’ come gli sportivi o i musicisti che alternano molte attività diverse nella medesima sessione di lavoro. In taluni casi la tecnica della “miscela di attività diverse” porta a raddoppiare l’apprendimento dei ragazzi! Probabilmente la nostra mente è aiutata dal confronto di situazioni diverse e viene allenata a una maggiore flessibilità nella ricerca delle soluzioni migliori per ogni situazione.
4. Concentrare un apprendimento in un periodo intensivo – per poi abbandonarlo completamente – porta a un classico apprendimento a picchi: si impara tutto per l’interrogazione o il compito, poi ci si dimentica altrettanto velocemente, fino al completo oblio dopo qualche mese (Rousseau affermava che in certi momenti della crescita bisogna “perdere tempo per guadagnare tempo”). Meglio spalmare l’insegnamento/apprendimento su periodi più distesi, ritornando in momenti diversi sulle stesse abilità da apprendere
5. I test o prove in classe più frequenti – ma non finalizzate alla semplice attribuzione di un voto – sono un aiuto per allenare la mente e consolidare l’apprendimento
6. Quanto più gli apprendimenti sono “difficili” - senza però risultare impossibili - tanto più risulteranno stabili nella mente per il futuro; servono compiti “sfidanti” (impegnativi e interessanti) oltre agli “esercizi”scolastici.