giovedì 17 marzo 2011

Festività 150° unità nazionale



La ricorrenza del 150° dell'Unità coinvolge anche la scuola pubblica, che ha garantito, a partire dalla fondazione della Repubblica Italiana, la promozione sociale di tutti i cittadini e l’acquisizione degli strumenti culturali e linguistici necessari per la piena partecipazione alla società democratica.
Le sfide del terzo millennio sono impegnative come quelle del passato: la qualità della formazione per le nuove generazioni, il lavoro come diritto e dovere, il riconoscimento e il rispetto per ciascuno nella vita sociale, la pace e condizioni di vita dignitose per ogni popolo, la lotta contro la fame, la ricerca contro le malattie. 
Riusciremo ad avvicinarci a questi traguardi se non dimenticheremo le nostre radici, lo slancio ideale e la speranza che hanno guidato le passate generazioni.

Molti negano oggi l'identità nazionale e ne contestano anche la storicità. In realtà  (come sottolineava anche Tommaso Padoa Schioppa) ciascuno di noi raccoglie dentro di sé molteplici identità:  caratteri che gli appartengono e lo distinguono. 


Nella storia italiana le diversità hanno saputo fondersi arricchendo le potenzialità del Paese. Spero che il festeggiamento del 150° dell’Unità d’Italia sia l’occasione per ritrovare coesione, per guardare con fiducia al futuro, per investire sulle risorse dei giovani  - attraverso la cultura, la scuola e l'innovazione. 


E che sia soprattutto l'occasione per farli sentire protagonisti e cittadini.



mercoledì 16 marzo 2011

Scuola - laboratorio

Un modo veramente nuovo di gestire l'apprendimento ... e a quanto dicono funziona.


“Abbiamo tentato di prolungare il tempo scuola e ricoperto gli alunni con lenzuolate di test standardizzati. Ma forse ai ragazzi non serve un’altra riforma, imposta  loro. Piuttosto hanno bisogno di diventare autori della loro personale educazione.” 


http://www.nytimes.com/2011/03/15/opinion/15engel.html?src=me&ref=general

sabato 12 marzo 2011

venerdì 11 marzo 2011

Riforma per la scuola: le idee americane

Rispetto alle riforme americane viene da pensare che l'idea di prendere a modello le esperienze di successo per imitarle sia vincente: si esce dalla parzialità di singoli strumenti e metodi (il portfolio? le rubriche valutative? il curricolo? il laboratorio? la LIM? e così via) per considerare un'esperienza nella sua integrità, per ... copiarla, smontarla, imitarla, adattarla. Per lasciarsi affascinare dallo slancio educativo e dalle idee creative di singoli educatori. In fondo la strada educativa è sempre nuova e diversa, e va ritrovata ogni volta. Ma non si deve ogni volta ripartire da zero, piuttosto avere in mente esperienze che ci hanno emozionato.

Al di là di questo, assumere degli esempi-modello significa, implicitamente, lavorare nella logica della qualità,cioè del miglioramento continuo (cioè della messa in discussione continua di se stessi). Questo è l'aspetto che più fatica a comprendere chi non è coinvolto nelle professioni educative.

E' apprezzabile poi la fiducia che si possa riuscire a integrare a scuola chi è meno capace ("Non uno di meno" era il bel titolo di un bel film cinese)  proprio perché si tiene alta l'asticella delle aspettative  e dei traguardi: si punta all'eccellenza con metodi che permettano di trascinare anche chi fatica maggiormente. In realtà lo diciamo da molti anni ormai, si tratta ora di capire come riesca a realizzare l'obiettivo chi vi riesce davvero ...

Sono del tutto perplesso invece rispetto alla valutazione degli insegnanti. Serve piuttosto ridare serietà al sistema dei controlli nel lavoro scolastico, per non consentire alla (ridotta) pattuglia di nullafacenti di nuocere agli alunni e all'immagine degli altri insegnanti, seri, preparati e impegnati.

La valutazione che invece servirebbe maggiormente riguarda gli apprendimenti: metodi più sofisticati, ma anche pratici, perché ogni insegnante o gruppo di insegnanti di disciplina possa verificare davvero se l'insegnamento è efficace, e abbandonare i vicoli ciechi. Per non parlare poi del vantaggio che gli studenti avrebbero se le valutazioni degli insegnanti fossero sempre specifiche, motivate e incoraggianti per il loro miglioramento personale. Ma per questo non è sufficiente neppure una riforma della scuola: serve una filosofia ...

mercoledì 9 marzo 2011

Le innovazioni nel sistema scolastico americano

Sta uscendo nelle sale cinematografiche americane un documentario singolare: Waiting Superman (v. post precedente) . Descrive i difetti del sistema scolastico. I primi  vederlo (per un test) sono stati un gruppo di drop-out, giovani che hanno abbandonato prima di completare la scuola superiore.

Il documentario segue una famiglia nella ricerca di scuole adeguate per i propri figli. E’ uno spaccato dei problemi del sistema scolastico americano, che sta mutando in questi anni. Mette in luce le difficoltà del sistema delle scuole statali, in cui troppe rigidità e qualche privilegio impediscono di  adottare soluzioni più adeguate alle esigenze dei ragazzi.

Sono state numerose le critiche e molti sostengono che lo scopo sia sostenere la concorrenza delle "Charter School" (una sorta di scuole pubbliche a gestione privata).

Al di là delle polemiche specifiche (tutto il mondo si assomiglia …) il sistema della scuola pubblica americana sta cambiano rapidamente sotto la spinta del governo federale di Barack Obama … anche a causa dei risultati ottenuti nelle prove internazionali, ritenuti negativi per gli USA. Da notare: i risultati italiani sono peggiori di quelli americani!

Un primo cambiamento determinato dal progetto federale No Child Left Behind (presidenza G. Bush) è rappresentato dall’introduzione di sistemi di valutazione degli apprendimenti: una modalità per molti versi grezza, ma che consente di mettere meglio a fuoco i punti di debolezza o difficoltà nel funzionamento delle scuole.

La seconda scoperta, più recente, è che buoni insegnanti, obiettivi elevati per tutti e più tempo-scuola possono consentire anche a studenti provenienti da contesti sociali poco stimolanti (o degradati) buoni risultati di apprendimento! Per questo si insiste molto sulla proposta di insegnanti-modello a cui far riferimento: una sorta di catalogo nazionale delle  esperienze di successo educativo.

In terzo luogo, il governo di Barack Obama (progetto Race to the Top) sta lanciando una sfida per la qualità del sistema educativo, invitando i sistemi scolastici ad innalzare gli standard di apprendimento, a perfezionare la preparazione didattica degli insegnanti, a introdurre sistemi anche per la valutazione degli insegnanti, tenendo conto in parte dei risultati raggiunti dagli studenti e del contesto sociale in cui si colloca la scuola.

domenica 6 marzo 2011

Il documentario "Waiting for Superman" (da Time)

Un articolo del Time presenta il documentario Waiting for Superman, dedicato ai pregi e difetti del sistema scolastico americano.

Sembra stia suscitando grande scalpore.
Waiting for "Superman": A Call to Action for Our Schools

martedì 1 marzo 2011

La scuola pubblica


Si potrebbe dire molto per affrontare la questione scuola pubblica versus scuola privata. Si potrebbe osservare che:
- la scuola statale è servita a costruire basi linguistiche e democratiche per la nazione italiana
-la scuola statale ha garantito la possibilità della cittadinanza attiva, grazie all'alfabetizzazione culturale
-la scuola statale, proprio perché multiculturale, ha evitato il prevalere di posizioni fondamentalistiche  (e forse potrà continuare a garantire ciò anche domani, quando la società sarà popolata da molte etnie)
-tutto sommato le famiglie sono liete di una scuola pluralista, mentre sono molto più preoccupate dello scadimento della serietà del lavoro scolastico.

Sarebbero argomentazioni magari impugnabili, per chi invece immagina un sistema di scuola pubblica non statale; ma comunque argomenti seri con cui confrontarsi senza retorica.

La scuola ha realizzato molto negli ultimi 150 anni, ma nulla esclude che le emergenze sociali pongano  nuove domande (come garantire maggiori possibilità a chi eccelle? Come permettere il successo di chi parte svantaggiato? Come valorizzare l'identità culturale di un territorio? Come garantire apprendimenti basati sulla reale comprensione? Come promuovere il senso estetico? Come favorire la capacità di argomentare e ragionare criticamente?).

Si potrebbe osservare molto altro ancora; ma l’unica reazione sincera a tutte le polemiche di questi giorni è il semplice e profondo rammarico di chi lavora nella scuola con passione e sente banalizzato il proprio lavoro.