Si potrebbe dire molto per affrontare la questione scuola pubblica versus scuola privata. Si potrebbe osservare che:
- la scuola statale è servita a costruire basi linguistiche e democratiche per la nazione italiana
- la scuola statale è servita a costruire basi linguistiche e democratiche per la nazione italiana
-la scuola statale ha garantito la possibilità della cittadinanza attiva, grazie all'alfabetizzazione culturale
-la scuola statale, proprio perché multiculturale, ha evitato il prevalere di posizioni fondamentalistiche (e forse potrà continuare a garantire ciò anche domani, quando la società sarà popolata da molte etnie)
-tutto sommato le famiglie sono liete di una scuola pluralista, mentre sono molto più preoccupate dello scadimento della serietà del lavoro scolastico.
Sarebbero argomentazioni magari impugnabili, per chi invece immagina un sistema di scuola pubblica non statale; ma comunque argomenti seri con cui confrontarsi senza retorica.
La scuola ha realizzato molto negli ultimi 150 anni, ma nulla esclude che le emergenze sociali pongano nuove domande (come garantire maggiori possibilità a chi eccelle? Come permettere il successo di chi parte svantaggiato? Come valorizzare l'identità culturale di un territorio? Come garantire apprendimenti basati sulla reale comprensione? Come promuovere il senso estetico? Come favorire la capacità di argomentare e ragionare criticamente?).
La scuola ha realizzato molto negli ultimi 150 anni, ma nulla esclude che le emergenze sociali pongano nuove domande (come garantire maggiori possibilità a chi eccelle? Come permettere il successo di chi parte svantaggiato? Come valorizzare l'identità culturale di un territorio? Come garantire apprendimenti basati sulla reale comprensione? Come promuovere il senso estetico? Come favorire la capacità di argomentare e ragionare criticamente?).
Si potrebbe osservare molto altro ancora; ma l’unica reazione sincera a tutte le polemiche di questi giorni è il semplice e profondo rammarico di chi lavora nella scuola con passione e sente banalizzato il proprio lavoro.
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